Some days ago I was on the 7th summit about the
retail commerce in the auditorium of Il sole 24 ore, Milan ( one of the most
well-known economical publications in Italy). Even if I am not a leading expert
of the sector, the impression I got from this summit is that the Italian
companies, the consumers and the workers
are all angry with the government .
The recent increase of the VAT to 22%
has made everyone unhappy . On the other hand it is not difficult : if the consumer doesn’t
buy because he is in financial difficulties, the production and work
automatically decrease. Simple equation .
Despite the present difficulties , the Italian
companies are going to find solutions in order to continue to work, decreasing
the fixed costs of the rent than of the working force - this is what emerged from the summit meeting.
A famous trade Italian company – I don’t
want to say the name- said one of the biggest cost is the energy consumption.
They are under in the trade branch so they don’t benefit
from the tax relieves (which instead are made for the industry). Every year they pay 45,000,000 Euros for the energy bill.
The cost of
the energy consumption – if they could have the tax relieves- would be the half and they could invest € 20,000,000 maybe in
some new working force – as the CEO affirms in this summit meeting.
The trend
of the Italian market is to reduce the costs of the companies, anyway there are
some branches as the telephony market
that seems not to know the crisis here. The e-commerce has had a big development in Italy, even if it is
not so popular. Many good intentions and the proposals by the CEOs for the
government have been defined in this summit meeting. Now the common question
from all the sides - companies , consumers and workers - is the reduction of the
taxes to revive the buyer power .... can the government do that? The posterity
will judge it.
L’altri giorno ero al
7 summit per il retail alla sede del sole 24 ore di Milano ( una delle
testate più note nell’ambito dell’economia italiana). Pur non essendo una
luminare del settore, l’impressione che ho avuto da questo summit è che le
aziende italiane siano arrabbiate con il governo, i consumatori, siano
arrabbiati con il governo e il numero sempre crescente di lavoratori in
difficoltà sia arrabbiato con il governo. Il recente aumento dell’iva al 22% ha
reso tutti e dico tutti scontenti. D’altronde non è difficile: se il
consumatore è in difficoltà non compre, se non compra crolla la domanda e
quindi diminuisce le produzione e il lavoro. Equazione semplice. Nonostante le
difficoltà del momento quello che è emerso dal summit è che le aziende hanno
intenzione di trovare soluzioni per poter proseguire nel loro operato, tagliando
magari più i costi fissi sulle locazioni che sul personale. Una nota azienda di
commercio ha dichiarato che siccome nell’ambito del commercio non può avere
agevolazioni sui consumi energetici ( cosa che invece si fa per le industrie)
così si ritrova a pagare la bellezza di 45.000.000 di euro ogni anno, mentre se
potesse aderire alle agevolazioni ne pagherebbe la metà, investendo 20.000.000
di euro in altro ( magari nuove assunzioni, come ha dichiarato l’amministratore
delegato). La tendenza del
mercato italiano è quella di ridurre i costi, per quanto settori come la
telefonia sembrano non conoscere la crisi. Grosso sviluppo dell’ e commerce che
è ancora relativamente poco diffuso nel bel paese. I buoni propositi
emersi sono tanti, le proposte da parte degli amministratori delegati da fare
al governo pure. Adesso la domanda comune da tutti i frangenti – aziende,
consumatori e lavoratori – è la diminuzione delle tasse anche nell’ottica di
far riprendere i consumi….ce la faranno al governo? Ai posteri l’ardua sentenza