I hope you don't mind, David Neale
of the Golden Smith Shop, that
I used this picture of your stunning ring
Sono particolarmente appassionata di storie vere. Perciò a volte mi sento a disagio con le linee sfocate tra fiction e nonfiction nelle mie memorie (inedite). Cioè quello che ho scritto è tutto vero, ma a volte per effetto drammatico ho piegato la verità, e tralasciando molti avvenimenti nell’arco narrativo, ho compresso il tempo.
However, reading the afterword to Lucy Grealy’s memoir Autobiography of a Face(HarperCollins, 1994), I was struck by these words written by Ann Patchett:
Però leggendo la postfazione alle memorie di Lucy Grealy, Autobiography of a Face (HarperCollins, 1994), mi hanno colpito queste parole di Ann Patchett:
“In the right hands, a memoir is the flecks of gold panned out of a great, muddy river. A memoir is those flecks melted down into a shapable liquid that can then be molded and hammered into a single bright band worn on a finger, something you could point to and say, ‘This? Oh, this is my life.’”
“Nelle mani giuste, le memorie sono pagliuzze d’oro setacciate da un grosso fiume fangoso. Le memorie sono quelle pagliuzze fuse in un liquido malleabile che può essere poi foggiato e martellato per fare un singolo anello splendente da portare al dito, qualcosa che potresti indicare per poi dire, ‘Questo? Ah, questo è la mia vita.’”
I hope I achieved this!
Spero di esserci riuscita!