Arrivo con un’ora di anticipo alla sfilata. Cosa insolita, ma piacevole. Sono accreditata come editrice e fotografa e entro subito. Ho il piacere di osservare la sala al 4° piano dei Magazzini La Fayette ancora vuota. Parquet chiaro per terra un nastro adesivo bianco che incornicia la scritta Christine Phung.
“Una fuga nelle montagne”: questo il titolo della collezione; e questo il leit motiv dei primi capi a sfilare che si trasformano, solo verso la fine, in modelli più urbani e cittadini.
Un paio di sci in spalla, una maschera e un completo pantalone e maglione in lana che richiama, grazie alla stampa astratta, i completi da sci anni sessanta. Ci si può vestire da sci anche senza praticarlo ed ottenere un perfetto rimedio antifreddo negli inverni più duri. L’ispirazione è la purezza d’alta quota fatta di austerità e tessuti tecnici.
Una palette che una volta messi da parte gli sci e le forme attillate rimanda ai paesaggi innevati e ruota intorno al grigio e bianco della neve. I ghiacciai sono stampati sulle gonne abbinati al blu del cielo di notte.
I dettagli sono ben definiti, i volumi precisi anche quando diventano morbidi, i ricami come cristalli di neve appoggiati su spalle e bustier.
Calze coprenti. Giubbotti corti, maglioni dalle forme morbide e full skirt dalla lunghezza midi.
Ma la donna di oggi non rimane imbrigiata in un solo stile, sa essere ecclettica e versatile e diventa più urbana rispettando tutto ciò che ha imparato e vissuto. Quando la neve è ormai sciolta e si è tornati in città le forme si ammorbidiscono. I pantaloni alla cavaglia sono leggermente comodi, i top morbidi e al contrario della moda odierna, ci sono i collant. Sempre. Colorati e coprenti. Indossati con décolléte e scarpe aperte. Le gonne si accorciano e i capi si impreziosiscono con elementi gioiello per finire in abiti dalle stampe più accese. Quando il bianco lascerà spazio ai colori primaverili, la montagna ci ospiterà di nuovo tra le sue braccia colorate e calde.